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Trattamenti Combinati per le Pelli Mature

10/09/2024

Intervista alla Dr.ssa M. G. Di Russo

 

La dr.ssa Di Russo Maria Gabriella ci ha spiegato la sua idea di medicina estetica e il suo modus operandi con le pelli mature.

La Dr.ssa di Russo è Medico Chirurgo, Specialista in Idrologia Medica e Medico Estetico. Lavora nel suo studio a Formia e presso il centro clinico Agorà di Milano. È docente presso la Scuola di Medicina Estetica Agorà e speaker nei maggiori congressi di medicina estetica nazionali.

Dottoressa Di Russo, qual è la sua idea di medicina estetica?

Sono propensa a un tipo di medicina estetica non invasiva o dalla minima invasività. Non effettuo trattamenti che implichino uno stravolgimento o un rifacimento delle fattezze del viso del paziente. Mi attesto a mantenere la struttura e la morfologia esistenti, esaltando e facendo risaltare il bello che c’è in ognuno. Il concetto di base a cui mi ispiro e che seguo nel mio lavoro è quello della naturalezza, per cui utilizzo tutti quei prodotti e dispositivi che mi permettono di avere un approccio light. Devo dire che DAS medical e MultiFrax sono fantastici per questo motivo.

 

Quali sono i maggiori vantaggi di questi due dispositivi medici?

Li trovo essenziali per un medico estetico in fatto di portabilità, in quanto sono entrambi piccoli e maneggevoli. Personalmente li ho sempre con me negli studi di Formia e Milano. Inoltre MultiFrax ha il grande vantaggio della doppia lunghezza d’onda modulabile in base alle esigenze. Il 1550 nm e il 1927 nm sono utilizzabili infatti sia simultaneamente che singolarmente, e i parametri possono essere modificati a piacimento. Ad esempio, posso iniziare il trattamento con impostazioni alte, per poi effettuare passaggi successivi a potenze minori. Questo mi permette di gestire i vari fototipi e le differenti stagioni, sempre da autunno e primavera con ottimi risultati estetici.

 

C’è un prodotto o tecnologia che non utilizzerebbe mai?

Non utilizzo nessun prodotto che sia aggressivo o che danneggi le strutture tissutali. Non mi sono approcciata ai trattamenti che implicano l’utilizzo di anestesia quali fili di trazione, né tantomeno a tecnologie laser ablativi o RF invasive che comportano la formazione di collagene di tipo fibrotico, MultiFrax invece mi da la possibilità di stimolare in profondità, senza danneggiare le strutture interne della cute. Infatti le colonne termiche fanno un lavoro perfetto in questo, lasciando sezioni di tessuto sano che portano a una guarigione veloce e quindi un ripristino tissutale, con miglioramento della texture e del volume dell’area trattata grazia alla stimolazione dei fibroblasti.

 

C’è invece un prodotto o dispositivo di cui non può fare a meno?

Nella mia pratica quotidiana non possono mancare peeling, carbossiterapia, filler, PRX (biostimolazione senza aghi), effetto plasma e laser frazionato non ablativo. Sono le tecnologie e i prodotti che utilizzo sempre, anche in combinazione tra loro.

Anzi devo dire che la base di tutti i miei protocolli di trattamento è il peeling perché mi permette di aprire i tessuti, di dare luminosità e di migliorare la texture. Al peeling poi associo le altre tecnologie o prodotti.

 

Quali protocolli utilizza?

Mi concentro nelle singole sedute su una zona specifica, non mi piace trattare più aree nello stesso momento in quanto ritengo che questo approccio porti a uno stravolgimento maggiore del volto. I pazienti devono, a mio avviso, abituarsi a un cambiamento per poi poterne affrontare un altro o decidere invece di non procede. Inoltre, lavorando su una sola zona permette al prodotto di distribuirsi in modo omogeneo. Oppure in caso ematoma, che può capitare durante le infiltrazioni soprattutto sulle pelli sottili, lo si potrà avere in una zona limitata facilmente nascondibile con il make-up.

 

Quindi non tratta mai più distretti nella stessa seduta?

A volte capita. Se ci sono da effettuare piccoli ritocchi procedo nella medesima seduta. In caso ad esempio di asimmetrie facilmente regolarizzabili con un breve trattamento plasma in una stessa seduta di filler, non mi faccio scrupoli.

 

Qual è la tipologia standard dei suoi pazienti?

I miei pazienti hanno un’età variabile dai 40 agli 80 anni. Il mio modo di fare medicina estetica è adattarmi all’aging del paziente cercando di migliorarlo, parto dal concetto che la pelle va curata. Una cute mature ha bisogno di “manutenzione” nel tempo. Parto dalle cure più semplici per poi arrivare alla correzione dell’inestetismo. Seguo protocolli che si sviluppano nel lungo periodo, con modifiche graduali e un’estrema attenzione al paziente. Questo mi permette anche di fidelizzare il paziente, che accetta di buon grado il protocollo proposto e le sedute scaglionate nel tempo.

 

Propone protocolli standard oppure definisce un protocollo per ciascun paziente?

I protocolli che propongo sono sempre personalizzati sul paziente che ho davanti. Tengo molto in considerazione le loro aspettative, i loro bisogni e la facoltà economica. Ovviamente la mia base di partenza per le considerazioni terapeutiche sono l’età e lo stato dell’aging.

Inizio con un peeling, quindi ristrutturazione e nutrimento della cute, anche con cosmeceutici e nutraceutici, al fine di avere una buona base per effettuare i trattamenti successivi per buoni risultati. È inutile, infatti, partire con una seduta laser se la pelle è disidratata, non si avrà alcun effetto e il paziente ne sarà scontento.

 

Cosa deve aspettarsi il paziente dopo le sedute?

La mia idea è che il paziente che si rivolge a me deve essere soddisfatto e compiaciuto del risultato ottenuto progressivamente. Cerco di dare un risultato visibile con un effetto wow, ma mai eccessivo o tropo vistoso. A mio avviso vince un volto che appare fresco, luminoso e rilassato. I miei pazienti appaiono più sorridenti perché si vedono e si sentono bene.

 

I pazienti le fanno richieste particolari? Le esaudisce?

Per quanto concerne le richieste dei pazienti sono generalmente accomodante e le esaudisco, a patto però che non siano eccessive, che non comportino uno stravolgimento dei lineamenti o un’eccessiva volumizzazione. Se mi trovo di fronte una persona con richieste esagerate, non diventerà mai mio paziente. Preferisco non eseguire un trattamento piuttosto che stravolgere il mio modo di fare medicina estetica. Voglio essere coerente con le mie idee e le mie scelte.

Rimango della ferma convinzione che bisogna lavorare secondo scienza e coscienza e anche lasciar andare il paziente senza effettuare il trattamento. Talvolta infatti mi sento di dire al paziente che se non ritengo un trattamento necessario, non lo eseguirò. Potrebbe sembrare un discorso controproducente, in realtà poi la coerenza paga sempre. Spesso infatti è lo stesso paziente che ripensa alla sua proposta e ritorna da me per un approccio più light.

 

Quali sono le maggiori richieste dei suoi pazienti?

Generalmente i miei pazienti chiedono di riempire i cedimenti del volto, di rimodellare naso e labbra, di eliminare i solchi nasogenieni, rimodello l’angolo mandibolare e gli zigomi partendo dall’esterno, senza un eccessivo riempimento.

 

Riscontra differenze tra le richieste delle donne e degli uomini?

Le richieste di uomini e donne sono pressappoco le medesime. C’è da dire che l’uomo non tollera molto l’ago, per cui bisogna trovare soluzioni alternative, che per me sono il ricorso all’effetto plasma di DAS medical e al laser frazionato MultiFrax. Spesso poche sedute di questi device sono sufficienti per ottenere un fantastico risultato, anche perché gli uomini hanno dalla loro parte la genetica. Mentre le donne sono vittime del calo degli estrogeni, naturali idratanti, che nel tempo portano a disidratazione dei tessuti, l’uomo ha una qualità della cute migliore e soprattutto un maggior numero di ghiandole sebacee. Quindi la risposta ai trattamenti è di gran lunga migliore con risultati in minor tempo rispetto a una paziente donna.

 

Quali sono le zone più difficili da trattare in un paziente maturo?

Uno dei trattamenti più difficili è quello delle grinze elastosiche, soprattutto in pazienti più in là con l’età. Per trattarle non utilizzo filler perché generanno troppo volume. Mi aiutano molto invece il PRX e il MultiFrax perché quest’ultimo genera una ristrutturazione dei tessuti, rimpolpando dall’interno senza traumi e in maniera progressiva, per poi bio-modellare.

 

Le richieste dei pazienti sono cambiate negli anni, magari in relazione all’ampio uso dei social media?

Sì, ho riscontrato un cambiamento nelle richieste dei pazienti negli anni. Non tanto per l’influenza dei modelli proposti dalla TV e dai social media, ma piuttosto per la convinzione (spesso infondata) da parte del paziente di essere informato e sapere esattamente di cosa ha bisogno. Le richieste sono diventate sempre più specifiche e dettagliate. Spesso i pazienti vengono alla visita chiedendo un prodotto o un dispositivo in particolare. Il mio impegno è quello di dialogare con le persone e far capire le reali necessità della loro situazione, della loro cute. Spesso infatti il trattamento richiesto non ha riscontro rispetto alle necessità reali. Spesso i pazienti sono molto confusi e vanno educati e instradati verso ciò che è meglio per loro.

 

Quali pensa siano le sfide per il futuro della medicina estetica?

Cercare sempre di rispettare la naturalezza, evitare aggressività e trattamenti eccessivi che non ripagano nel lungo periodo. La mia filosofia è “aggiungere, non togliere”. Preferisco infatti fare un po’ meno per poi andare a rimodulare e ritrattare la zona piuttosto che trovarmi di fronte a risultati di eccessiva volumizzazione o stravolgimento delle fattezze, da cui è difficile tornare indietro.

 

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